Maiali siamo noi
..di Davide Tutino – 21/09/2023
Gli agenti hanno ucciso in maniera brutale e illegittima 9 maiali, dopo aver pestato con cieca violenza i volontari che li accudivano e li proteggevano col proprio corpo.
Ciò avveniva in spregio al decreto
(G.U. 113/16 maggio 2023) che riconosce i “santuari” come luoghi sicuri per gli animali da allevamento sottratti al destino della macellazione
Il motivo dell’intervento militare è, ancora una volta, la proclamazione di una emergenza sanitaria.
Secondo la ASL alcuni maiali erano affetti da peste suina, ma per i veterinari del santuario gli animali erano sani o comunque senza sintomi, e in ogni caso risultavano isolati da ogni contatto con l’esterno, ragion per cui non potevano veicolare alcun contagio.
A diffondere il contagio hanno invece contribuito gli agenti armati che entravano e uscivano dalle stalle senza protezione, e che hanno ucciso gli animali senza verificarne lo stato di salute, e senza procedure per alleviare il dolore.
Ancora una volta si è messa in atto una azione militare al di fuori e contro le leggi, le norme, il diritto, ed infine contro la pietà.
L’uccisione preventiva di esseri viventi è la nuova linea rossa cui il regime ci sta abituando, utilizzando lo shock della forza militare per sostituire alla complessità del diritto la rapidità del fatto compiuto.
Fatte le dovute distinzioni, si tratta della stessa logica utilizzata per i cantieri della TAV, per la scuola Diaz, per gli obblighi farmacologici: Alcuni sanno, molti tacciono, tutti tirano un sospiro di sollievo perché stavolta non è toccato a loro.
Intanto le ASL si trasformano, giorno dopo giorno, in centrali del terrore sanitario, usurpando funzioni politiche e militari che non competono loro, umiliando i medici e la medicina.
Perché tutto questo?
È solo il frutto di una società anestetizzata, instupidita e violenta, o racchiude in sé un progetto?
In un caso o nell’altro dobbiamo guardare più a fondo la situazione, cominciando col comprendere che nessuno di noi è al sicuro.
Nessuno è al sicuro, fratelli maiali.
La sola via di scampo è cercare il senso di quanto sta avvenendo, tentare di decodificare il comportamento dei nostri predatori.
Dobbiamo comprendere perché le istituzioni sanitarie stanno sfogando tanta violenza su uomini sani e animali sani, e ora attaccano i santuari e coloro che li difendono.
Dietro queste azioni potrebbe non esserci uno scopo predefinito, ma tentiamo di studiare e comprendere i risultati concreti di questi attacchi, attraverso un’analisi delle condizioni che questi stanno determinando sul terreno sociale.
-In un mondo dominato dalla tecnica, un mondo nel quale ogni soggetto è sorvegliato e disattivabile, queste azioni riducono la relazione con il BIOS, con la vita concreta, entro i recinti della tecnica.
L’animale non è un volto su cui specchiare il nostro, esso non è che un oggetto, una materia prima per l’industria del cibo, e non può essere “incontrato” al di fuori del suo consumo;
-Il terrorismo sanitario separa gli uomini tra loro, e anche dal resto dell’ambiente: nella cosiddetta peste suina, come nel cosiddetto covid, le autorità sanitarie hanno proibito le passeggiate in natura, e hanno fatto recintare intere regioni, con enorme sperpero di denaro pubblico.
Questo violento e inutile tentativo di confinare gli animali è riuscito soltanto a impedire l’accesso degli umani alla natura.
Con quali risultati?
L’uomo tagliato fuori dalla relazione con i suoi simili e con l’ambiente è ormai preda delle dipendenze digitali, che sostituiscono la relazione con il mondo, e incatenano gli umani a un sistema centrale di sorveglianza e punizione.
-Lo spettacolo di cieca violenza contro il santuario pavese ha suscitato in alcuni un sano sentimento di scandalo.
Tuttavia al momento opportuno anche questo sentimento può divenire un utile strumento per la società della tecnica.
Distrutta ogni sana relazione tra l’uomo e gli altri animali, al momento opportuno si può fare leva su questo sentimento per imporre l’uso esclusivo di cibi industriali, convenientemente propagandati come scevri da ogni crudeltà.
-Quel che è fatto è fatto, e gli esseri umani tendono a adeguarsi. La rottura del patto sociale e giuridico attraverso l’uso arbitrario della forza militare lascia una traccia su cui il potere tornerà a manifestarsi.
La logica del “fatto compiuto” rende il diritto desueto, in quanto esso vive solo se è costantemente praticato, e se dimostra una efficacia superiore a quella della violenza.
Il risultato è la ripetizione di questo metodo, fino all’estinzione del diritto.
-L’irruzione all’interno del santuario costituisce da una parte la profanazione di un luogo consacrato alla vita in tutte le sue forme, e dall’altro la violazione di una proprietà privata.
Violare in maniera eclatante e sacrilega la proprietà privata, naturalmente a danno dei più deboli, costruisce i precedenti e le condizioni psichiche perché si accetti l’esproprio delle risorse personali, e infine l’esproprio di quella sorta di proprietà che il proprio corpo è per ciascuno di noi.
Se passa il principio che le forze armate possono fare qualunque cosa ai “nostri” animali, entrando nella “nostra” casa, manganellando noi e i “nostri” amici, più nulla ci separerà dal ricevere il medesimo trattamento di quei maiali.
Dopo esserci voltati dall’altra parte una volta, e due, e tre, non avremo più dove voltarci, saremo circondati.
Comincia a delinearsi un quadro generale.
Quei maiali sacrificati dai sacerdoti della dittatura sanitaria preparano il terreno della società alle installazioni culturali, economiche, giuridiche e politiche della tecnocrazia trionfante, come le stragi di bisonti, apparentemente senza senso, preparavano il terreno per l’avvento della ferrovia in America.
L’olocausto di quei maiali prepara le condizioni per trasformare gli stessi uomini in maiali, in carne da sfruttare, materia prima a disposizione dell’industria e delle macchine.