di Ernesto Caccavale – Resistenza Radicale

La vera emergenza, la vera urgenza per tutti è qui con noi, davanti ai nostri occhi ed è l’emergenza democratica, non certo l’emergenza sanitaria.

Perché vedo in Italia ed in molte democrazie del Mondo una grande “strage di diritto”. La vedo solo io?

Come ci insegnava Marco Pannella, alla strage di diritto segue una strage di popoli, io direi la accompagna, molto piu’ e molto piu’ gravemente del Covid.

Per mesi le più elementari cure mediche sono state quasi del tutto bloccate a motivo “emergenza Covid”, conviene a tutti gli ospedali catalogare i malati come “positivi” al Covid, perché questo comporta un incontrollato e maggiore esborso di denaro pubblico a loro favore.

Aumentano i morti per cancro e per malattie cardiovascolari, aumentano le depressioni ed i suicidi, aumentano le violenze “familiari” su donne e bambini, ma nessuno ne parla.

E’ evidente che i cosiddetti “vaccini” non sono stati sufficientemente sperimentati, non foss’altro perché è impossibile che in 8 mesi si sia riuscito a fare tutto quello che normalmente si fa in 8 o 18 anni. Sono stati approvati solo perchè il governo, i Governi pseudo democratici hanno raccontato che c’era una terribile “emergenza sanitaria” e le persone sono state spinte, minacciate, ricattate o addirittura obbligate a farlo tanto quanto in uno stato di diritto non si può. Lo vedo solo io?

Siamo al blocco totale (o parziale) di quasi tutte le attività produttive e commerciali (fatta eccezione per le Farmacie e le case farmaceutiche), alla riduzione alla fame di quello che Pannella chiamava il Popolo delle Partite Iva. Lo vedo solo io?

Siamo al blocco della giustizia, dei tribunali, delle sentenze e quindi dello Stato di diritto. Lo vedo solo io?

Alla sostanziale abolizione del dibattito, del contraddittorio e della libera espressione e della libera opinione. Quelli che dissentono rispetto alle misure liberticide, ipocrite e spesso inutili poste in essere, vengono immediatamente tacciati di essere “negazionisti” o “complottisti”, una specie di Stella gialla del 21simo secolo. Lo vedo solo io?

Alla “criminalizzazione sociale” di coloro che non ossequiano i nuovi sacerdoti in camice bianco e che si permettono di obiettare che le decisioni non possono essere sanitarie ma politiche e democratiche. Lo vedo solo io?

Alla criminalizzazione mediatica della civilissima Svezia, unico Paese europeo a scegliere il modello della Liberta’ nella responsabilita’, unico come la Gran Bretagna del maggio del 1940, in quel momento unico Paese al Mondo che combatteva per la Liberta’ contro la tirannia e l’abominio del Nazismo (alleato al Comunismo sovietico con il patto Molotov-Ribentropp, come Pannella amava spesso ricordare). Lo vedo solo io?

La prospettiva di vita e di lavoro delle persone è stata totalmente azzerata, il modello di vita occidentale totalmente devastato, massacrato. Lo vedo solo io?

No, ormai non lo vedo solo io. Raccolgo da settimane molti scritti di amici e compagni Radicali che si rivolgono a me via Facebook, pezzi vibranti e profondi, vere e proprie grida d’allarme, sempre piu’ numerose, sempre piu’ pressanti.

Per la prima volta nella nostra vita siamo stati costretti a chiuderci in casa, a mascherarci, a isolarci, a rinunciare alle libertà più elementari, a chiudere tutto, a vivere sotto il bombardamento quotidiano con le sirene dell’allarme e del terrore, subendo un regime di sorveglianza, di dittatura sanitaria. L’informazione (ma potrei tranquillamente definirla disinformazione di Regime) s’è trasformata in somministrazione e intimidazione, i tg governativi in particolare – ma anche quasi tutti i giornali ansiogeni – hanno smesso di dare notizie per darci precetti e moniti su come comportarci, minacciarci, raccontarci storie edificanti al puro scopo di ammaestrarci e per iniettarci la dose fissa di spavento pubblico ed emergenza planetaria.

Ogni telegiornale è stata un’esortazione militante ad allinearsi, a non discutere, a intrupparsi nel ‘sanitary correct’ come nel politically correct: se obbietti sei fuori o finisci dentro.

E’ guardata con sospetto la semplice vicinanza tra esseri umani, abolito l’abbraccio e finanche la semplice stretta di mano, il divieto di assembramento ha addirittura aspetti grotteschi. Da un lato, l’occhiuta sorveglianza, con annesso diritto (dovere?) di delazione a carico di innocui gruppetti di familiari e amici, dall’altro l’indifferenza per autobus strapieni, file disordinate davanti a farmacie e ospedali.

Hanno anche rispolvererato, sotto mentite spoglie, il reato di adunata sediziosa (con la scusa del divieto di assembramenti), non altro che il naturale esito della repressione del dissenso, diventato crimine o prova di disturbo mentale.

Sino ad arrivare all’infame lasciapassare verde (il cosiddetto Green Pass) che divide ufficialmente le persone tra Cittadini di serie A e Non Cittadini, che pagano regolarmente le tasse ma ai quali vengono sottratti per legge, in modo inaudito ed illecito, tutti o quasi i suoi Diritti Costituzionali.

L’antico paternalismo autoritario si trasforma, nel divieto moralistico progressista, in abuso del potere che richiede cieca sottomissione e usa le armi onnipotenti della sorveglianza di massa.

Si diffonde un totalitarismo dei cosiddetti “buoni sentimenti” di un cittadino medio pauroso, gregario, disciplinato, disposto a tutto pur di prolungare l’esistenza in vita biologica.. dove il moralismo (invertito o meno) è troppo forte, l’intelletto perisce.

Ed il moralismo d’accatto porta proibizioni, tabù, interdetti. “Coloro che danzavano, furono giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica “, come scriveva Friedrich Nietzsche.

Il “nuovo” proibizionismo non è diverso dagli altri: è solo più ipocrita, giacché finge di liberare coloro che chiude in gabbia.

Chiama progresso il degrado e crescita il declino, come nei regimi comunisti piu’ biechi. Vieta perché non sa più convincere.

E’ nemico della libertà in quanto ostile alla vita, agli istinti naturali dell’essere umano, al dispiegarsi del pensiero, della volontà, delle ambizioni, degli obiettivi.

L’odio per la libertà è figlio di una tenace ansia di uniformità che ci vuole piccoli, a taglia unica, rannicchiati, imploranti, pronti a accarezzare e baciare la mano che impugna la frusta.

I diritti fondamentali e naturali dell’individuo vengono conculcati ora in Italia ed in altri Paesi europei e domando a voi e a tutti coloro che sono vissuti, cresciuti e che hanno attinto all’energia, alle idee alle grandi battaglie di Marco Pannella.

L’accoratissimo appello di cui mi faccio portatore e’ che credo sia necessaria ed urgente una energica azione Radicale, a difesa almeno dei primi 22 articoli della Costituzione, che i Governi Conte e Draghi hanno pesantemente violato.

I Governi italiani “pro tempore” hanno violato il Codice di Norimberga e la Convenzione di Oviedo, e prima ancora la Carta Europea dei Diritti dell’Uomo e la stessa Dichiarazione Universale dei Diritti delle persone.

Come facciamo a difendere, in modo sacrosanto (che sia chiaro), i diritti umani nelle carceri ed i diritti umani dei Cambogiani se non ci riappropriamo dei diritti umani e Costituzionali qui ed ora di tutti i cittadini italiani e di gran parte dei cittadini europei?

Viviamo ormai in un grande carcere dove nessuno è più Cittadino ma tutti schedati e costretti a muoverci secondo mansioni, orari e funzioni stabilite, Parlamento bypassato, Governo che emette atti liberticidi ai quali ci adeguiamo come se avessero forza di legge, libertà individuali completamente soppresse , “trattamenti sanitari” imposti.

Come facciamo ad aiutare i detenuti ed i dissidenti in giro per il mondo se noi per primi abbiamo barattato la libertà con la sanità, la dignità con la sopravvivenza, i diritti con la (presunta) pubblica sicurezza.

Abbiamo barattato persino la salute mentale con la tutela della salute fisica. Osceni baratti che ci hanno resi più infelici, più miserabili, più asserviti, più impauriti e più depressi pur sopravvivere, ma solo biologicamente.

Temo che l’odio sociale seminato in questi mesi renderà il futuro a tinte molto fosche, temo che il peggio debba ancora venire.

Concludo con un altra frase che Marco Pannella, ricordo spesso ci ripeteva: “La forza dei Regimi totalitari ed autoritari e’ che costoro sanno che noi stessi (americani, israeliani) ci comportiamo contro i nostri impegni, i nostri ideali, la nostra storia”.

Ernesto Caccavale – Resistenza Radicale
Consigliere Generale del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito
Già Parlamentare Europeo