Continua il nostro digiuno a staffetta, continuano i contributi di compagni e compagne di lotta.
Oggi pubblichiamo la testimonianza di Giulia Abbate, tra le persone fondatrici del comitato Resistenza Radicale, che ha iniziato oggi il suo digiuno.

Grazie!


Sciopero della fame. Giorno 1 – di Giulia Abbate

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Oggi è il primo giorno del mio sciopero della fame.

È andato bene. Non sono digiuna di digiuni (ah ah) e ora mi trovo in una situazione ancora di pieno confort. Un po’ diversa è la condizione psicologica: insieme al cibo, si vorrebbero sospendere anche le rogne, per compensazione; e il lavoro, e gli affanni, e le latine “cure”… invece il mondo va avanti e bisogna accettare che passi e ripassi su di noi, e noi di stare ferme… un po’ come un Duran Adam, eh, Marianna?

Erdem Gunduz, inventore del Duran Adam, in piazza Taksim, Instanbul
Per saperne di più: Chiamata al Duran Adam

Sto digiunando con Marianna Panico, che ha scelto questi giorni per la memoria del suo papà. Il mio affetto per lei mi ha portata ad affiancarla, poi mi sono accorta che anche per me questi giorni sono legati a una memoria.

Una memoria che ho rievocato nel post di ieri e che non è ancora “andata giù”, non la ho ben “digerita”, se così si può dire, perché sommersa dall’onda che ci ha investitə tutti.

E io, con questo boccone amaro ancora di traverso, ho fame.
Una fame spirituale e ideale.
Ho fame di diritti e di Diritto. Ho fame di libertà, di legalità, di comunità, di parola onesta, di composizione, di conciliazione.

Digiuno primariamente per questo, per unirmi al coro di voci che ne levano una insieme: no al green pass, va abolito subito. No allo stato di emergenza, è già illegale e va revocato. No al governo Draghi, è abusivo e va mandato a farsi friggere (ok, forse un po’ di fame fisica la ho).

Il mio e nostro NO si incarna nel rifiuto del sostentamento.
Perché senza libertà val bene rifiutare il pane.
Perché a chi pensa di toglierci le nostre idee privandoci di cose, dimostriamo che possiamo privarci di quel che ci pare per le nostre idee.

PRRR! ‘na pernacchia, se beccano!
E non lo dico a caso. Il 15 marzo a Roma si festeggia(va) Anna Perenna.

Archetipo di madre per i misteriosi etruschi, ma anche regina romana dell’abbondanza festeggiata con appropriate libagioni (le coppe che si riescono a bere sono gli anni di vita restanti, fate voi); sorella di una regina barbara; dea che buggerò Marte con sberleffo; e infine nonnina che nutrì i membri di una rivolta di plebei con focaccine impastate con le proprie mani…
Anna Perenna era tutte queste cose insieme, in un pantheon latino sincretico, un bel po’ rozzo e sempre pronto alla gozzoviglia.

Bè, io oggi gozzoviglio a vitamine, mando Marte a bagno con una pernacchia, esprimo sorellanza alla nostra “testa” Marianna, mi dichiaro plebea e rivoltosa.

(Certo che a rivedere questa foto mi torna in mente la battuta di Montesano nel film “I due carabinieri”, quando vede il collega Verdone riempirsi di pasticche: “E la supposta nun te la metti?” …Ve l’ho detto che la romanità è “corposa”…)

Domani andrà peggio, avrò meno parole (il che non è un male).
Pensatemi, ricambio con un abbraccio, e con un affettuoso grazie a chi mi ha scritto in queste ore.

Giulia


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