Oggi, 9 gennaio 2022, la parlamentare europea Francesca Donato ha dialogato con Davide Tutino, arrivato al suo decimo giorno di sciopero della fame in protesta con l’imposizione di green pass e obbligo vaccinale.

Già nei primi minuti di conversazione, Davide ribadisce la sua linea.

Si buttano fuori dal lavoro 80.000 persone, privandole di ogni reddito e possibilità di sopravvivenza, con una punizione senza precedenti. Ti dico che se io avessi dato fuoco alla scuola sarei sospeso con metà stipendio. In questo caso, invece, i sospesi sono sospesi senza alcuna retribuzione. Perché?

Perchè è una punizione politica, Qui si tratta di dissidenza politica. non c’è alcuna ragione sanitaria.

E questo sciopero della fame che dura da dieci giorni rappresenta la fame di verità, la fame di giustizia.

Quello che andiamo a portare là davanti è questa semplice domanda: perché fino a qualche settimane fa il governo ci ha detto che si poteva andare sicuri al lavoro con i tamponi, e ora no?
Questa è la tua scienza, non la nostra, la tua scienza che tu, governo, hai imposto con la violenza, e io non intendo avallarla. Ma cosa fa un nonviolento? Chiede al potere, lo chiede anche con il suo corpo, di rispettare almeno la sua parola, almeno quella…

La parola del governo era: si è sicuri con i tamponi. Adesso però cambia: dovrebbe esserci imposto un trattamento sanitario obbligatorio sperimentale… per poi tamponarci ancora! Per poi, dopo essere stati ri-bucati, con questo trattamento speimentale, di nuovo tamponarci.

La domanda allora è duplice.

Primo: come è possibile che decine di migliaia di persone private di ogni mezzo di sussistenza per pura punizione politica non siano una notizia in Italia. Nell’italia che si dice antifascista, che si dice fondata sul lavoro, nell’Italia dei sindacati, e mi vergogno a dire questa parola: sindacati. Tranne che per quanto riguarda il piccolo-grande FISI, e spero che diventi sempre più grande, l’unico che ha visto il problema costitusionale e si è battuto da subito su questo.
Quindi la prima domanda è: come è possibile che non sorga questo scandalo collettivo.

La seconda domanda è: governo, perché se avevi detto la verità prima, non ci fai lavorare come lavoravamo prima? Torniamo a scuola, torniamo al lavoro con la tua scienza, con la scienza che ci hai imposto con la violenza, prima. E dunque con i tamponi: però gratuiti, perché sono dispositivi di sicurezza, ed è il datore di lavoro a doverli pagare, E questo è il racconto del potere, è una richiesta che segue il filo del racconto del potere, a cui io chiedo la coerenza con il suo stesso racconto.

Continua nell’intervista: guarda il video.

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