EUTANASIA DEL DIRITTO Prove tecniche di repressione
..di Maria Teresa de Carolis (con la collaborazione di Lidio Maresca) – 27/09/2023
Massiccio e ingiustificato dispiegamento delle forze dell’ordine contro persone pacifiche e indifese;
Tutte le persone presenti sono state oggetto di violenza fisica, con spintoni, cadute a terra, colpi di manganello e calci inflitti loro da parte di Polizia e CC;
Alcuni manifestanti hanno subito lesioni e avrebbero richiesto assistenza medica, ma l’arrivo dell’ambulanza è stato impedito;
Altri manifestanti sono stati prelevati e portati in caserma, senza motivazioni, mentre indossavano ancora i dispositivi di sicurezza per scongiurare la diffusione della PSA, impedendo loro di rimuoverli e smaltirli in appositi contenitori, atti ad impedire la propagazione del contagio e rischiando di contaminare le camionette delle Forze dell’Ordine e, di conseguenza, i luoghi esterni a Santuario e la caserma stessa;
È stata soppressa ogni forma di resistenza, e i veterinari dell’ATS sono intervenuti per sopprimere i 9 suini;
È stato impedito ai responsabili del rifugio e ai veterinari di fiducia di essere presenti per garantire una corretta procedura di eutanasia, qualora fosse stata necessaria;
I corpi senza vita sono stati successivamente rimossi utilizzando una ruspa e caricati su un camion destinato alla raccolta dei rifiuti speciali;
Distruzione gratuita delle infrastrutture all’interno del rifugio, comprese le recinzioni;
È particolarmente grave il fatto che il personale esterno intervenuto nel rifugio, fatta eccezione dei veterinari, nonostante la presenza di un’epidemia, non indossasse dispositivi di protezione per prevenire la diffusione del virus.
Il 7 marzo 2023 è stato emanato un decreto (G.U. 113/16 maggio 2023) che riconosce il valore dei Santuari come rifugi permanenti riconosciuti per animali da reddito non destinati all’uso alimentare e riconosce i diritti degli animali ospitati.
I dieci suini ospitati al Rifugio “Cuori Liberi” erano tutelati e isolati. Non avevano alcun tipo di contatto con altri animali; il pericolo di diffusione era impossibile, data l’attenzione estrema con la quale i volontari accudivano i suini in questione, indossando scrupolosamente ogni tipo di dispositivo utile alla salvaguardia degli altri ospiti, smaltendoli in appositi contenitori sigillati; naturalmente la cura con la quale i volontari evitavano ogni tipo di contaminazione, era estrema, proprio per la tutela e la salvaguardia di ogni ospite del Santuario.
È inoltre doveroso focalizzare l’attenzione sul legame affettivo generato dalla convivenza fra esseri umani e animali in luoghi, i Santuari, dove animali da reddito sono ritenuti animali d’affezione e non destinati all’uso alimentare.
All’interno della Circolare del Ministero della Salute del 29 agosto 2023 si legge quanto segue:
(…) sia necessario approntare strategie dedicate per arrivare all’eradicazione nei singoli clusters, che il cinghiale è senz’altro un serbatoio del virus e che il fattore umano, nelle diverse declinazioni, rappresenta la maggior fonte di dispersione di virus anche a distanza.
La diffusione della PSA è dunque imputabile, anche, a disattenzioni umane, come, peraltro, la circolare stessa ammette.
È lecito porsi a questo punto una domanda: come mai la caccia in un momento di tale diffusione non è stata sospesa? Si pensi al via vai dei cacciatori nei boschi italiani, senza protezioni, senza attenzione alcuna, nell’inconsapevolezza di veicolare il patogeno.
Premesso che la PSA non è assolutamente trasmissibile da animale a uomo, la scienza, in questo frangente, dovrebbe osservare imparzialmente l’evoluzione dell’epidemia, e individuare i casi nei quali sia possibile una cura anziché ricorrere all’abbattimento indiscriminato.
Gli aiuti disposti con il decreto del ministero n. 336168 del 29 luglio 2022 e attraverso i quali sono stati stanziati, soltanto per l’anno scorso, 25.000.000 di euro per risarcire le perdite agli allevatori suinicoli, tranquillizza chi commercia e alleva, ma pone un grave difetto di attenzione nell’osservazione di una malattia poco studiata, poco analizzata.
Fino a quando non ci saranno perdite, in termini economici, le perdite di vite per incuria e disattenzione scientifica, non saranno considerate con la giusta lucidità. Quindi l’abbattimento, resta la forma violenta e indifferenziata per risolvere il problema.
È pertanto necessario tutelare e proteggere gli animali ospiti di tutti i Santuari sul territorio nazionale, considerati d’affezione, e non assimilabili al concetto di animali da reddito e destinati all’uso alimentare.