Il docente Saverio Mauro Tassi ha ricominciato lo sciopero della fame (il precendente è durato 12 giorni) per chiedere al Ministro Bianchi di rispondere alle istanze presentategli, e per condividere la sofferenza di una popolazione lasciata a casa e discriminata, e quelle del popolo ucraino aggredito dalla guerra.
Ecco cosa ci racconta al quarto giorno della sua azione.


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DIARIO DI UNO SCIOPERATO – II STAGIONE: L’ATTENDATO ALLA COSTITUZIONE
VI giorno

Da dove comincio? Ah, sì, sto per prendermi una bella rivincita sui miei colleghi che avevano segnalato alla preside che, durante le spiegazioni, mi toglievo la mascherina.

Stamattina nell’aula magna dell’Einstein si è tenuta una lezione sulla storia dell’Ucraina dedicata agli studenti di quinta, alla seconda e alla terza ora. Fortuna ha voluto che faccio lezione nella mia quinta proprio alla seconda ora. Così ho potuto partecipare, vedere e stupire! La relatrice, Giulia Lami, professore ordinario di storia dell’Europa orientale alla Statale, pur avendo a disposizione ben due microfoni e un super impianto voce, spiegava senza ombra di mascherina! (E la sua distanza dalla prima fila di auditori non era maggiore di quella tra la mia cattedra e i primi banchi, e nelle aule ci sono i sanificatori, in aula magna no!).

Già pregusto la perfida mail che invierò tra non molto alla mia preside, e per conoscenza a tutti i miei colleghi, per annunciare che da martedì non userò più la mascherina durante le mie spiegazioni in quanto non intendo accettare la seppur minima discriminazione e sono quindi per questo disposto a subire qualsiasi provvedimento disciplinare mi si voglia comminare. Perfino il demansionamento a bidello. (Lo so che si chiamano collaboratori scolastici, ma io perché mai dovrei offendermi per essere chiamato bidello, più breve e pratico, senza contare la rima con bello?)

Ieri sera, è venuto a trovarmi il mio amico Alberto, architetto di Busto Arsizio. Ha saputo del mio essermi attendato alla Costituzione e non si è attardato nel venire a portarmi la sua solidarietà. È stato il mio primo ospite interno. Avevo già avuto delle visite, ma fin’allora esterne. Lui invece si è attendato con me, all’interno, e insieme abbiamo partecipato al dibattito organizzato da E-GO RIVOLUNIONE sulle attuazioni da condurre per liberare la scuola e i giovani dalle restrizioni governative che li discriminano e li soffocano, non solo quelle scolastiche, ma anche quelle relative alla pratica sportiva e all’uso dei mezzi pubblici. Vessazioni e sevizie che non è affatto esagerato denominare nuova strage degli innocenti: tentati e riusciti suicidi dei giovani sono aumentati, per non dire dell’incremento e aggravamento delle loro patologie psichiche

Oggi, invece, nel primo pomeriggio ho ricevuto nel mio giardino con panchina il mio amico Stefano Terraneo, che, oltre a essere una goccia di SCUOLA UGUALE X TUTTI, è membro dell’AGe (Associazione genitori) e del Forum scolastico della Lombardia (la consulta delle associazioni dell’Ufficio scolastico regionale). Mi ha portato la solidarietà e numerosi messaggi di sostegno di altri genitori dell’AGe.

Ora mi preparo alla quinta notte in tenda. Mi sa che mi sto assuefacendo. In fondo mi è sempre piaciuto fare vacanze itineranti di campeggio in campeggio. Eppoi così posso sentirmi un vero cinico antico. I cinici, infatti, sostenevano che l’uomo è un animale nomade, quindi vivere tra quattro mura di una casa significa reprimere la propria natura, in ultima analisi soffrire. Per evitarlo, suggerivano di vagabondare. Il più famoso cinico, Diogene, per essere coerente con la propria filosofia, ma evitare di dormire sulla nuda terra, si assopiva in una botte. Il mattino seguente proseguiva la sua erranza rotolando la botte e quando aveva voglia di una pennichella gli bastava rovesciarla e infilarvisi dentro.

Senza saperlo, Diogene aveva inventato la roulotte.

“Ridere ci rende invincibili, ma non perché vinciamo sempre, anzi semmai il contrario, ma perché non ci arrendiamo mai!” (Frida Kahlo)

Saverio Mauro Tassi


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