Il docente Saverio Mauro Tassi ha ricominciato lo sciopero della fame (il precedente è durato 12 giorni) per chiedere al Ministro Bianchi di rispondere alle istanze presentategli, e per condividere la sofferenza di una popolazione lasciata a casa e discriminata, e quelle del popolo ucraino aggredito dalla guerra.
Ecco cosa ci racconta al diciassettesimo giorno della sua azione.
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DIARIO DI UNO SCIOPERATO
II STAGIONE: L’ATTENDATO ALLA COSTITUZIONE
XVII giorno
Sarà che 17 è un numero sfigato? Ma dai! Stupidaggini. Gli è però che oggi – un po’ già ieri – ho ricominciato a sentire i morsi della fame. D’altronde quando mi reco al bar della mia scuola – Chez Silvà, la migliore barista, almeno di questo universo parallelo – a sorbire un cappuccino e ho sotto gli occhi uno studente che addenta un paninozzo al salame…
Ma, anche quando sono fuori tiro di richiami gastronomici, mi capita che, tra il lusco e il brusco, mi appare – anziché la Madonna (magari! allora sì che farei notizia e potrei perfino sospendere lo sciopero della fame), anziché la Madonna, dicevo, l’immagine di un toast o addirittura di un pollo allo spiedo, l’immagine non solo visiva, ma anche olfattiva e gustativa…
L’unica è concentrare il pensiero su altro. E per fortuna, per distogliermi da immagini culinarie, ho messo molta carne al fuoco… acc!… ci sono ricascato!
Insomma, le cose da fare non mi mancano, anzi le moltiplico, pensarci e impegnarmi è l’unico modo per attenuare le smanie mangerecce. Quindi non ammiratemi e non lodatemi per le mie attuazioni, sono solo un escamotage per attutire il languore dello stomàco (alla Stanlio e Ollio, coppia comica insuperata e forse insuperabile).
Dunque, cosa ho fatto oggi per non pensare ai cibi? (Riforma personale del “Penso dunque sono” di Cartesio: “Non mangio dunque penso”.) Tre lezioni – Nietzsche, Aristotele, Lutero -, un post sulla censura mass mediatica dei provvedimenti antidemocratici di Zelensky, un consiglio di classe con anche studenti e genitori, la scrittura di una lettera da inviare ai consiglieri comunali di Milano per denunciare la penalizzazione dei minorenni senza green pass rafforzato perpetrata dalla S.G.M. Forza e Coraggio.
Ma mi domando e dico! Con che coraggio! E con quale forza? Bella forza prendersela con pochi minorenni! Un vero tradimento del nome stesso di questa una volta gloriosa società sportiva milanese! E in più il suo presidente si chiama Raoul Duca. Vi ricordate Totò? “Dica duca!”. Macché dica e dica, meglio stia zitto: “Taccia Duca!”. Ma sì, ci faccia questo favore. Come ripeteva l’immenso Totò: “Ma mi faccia il favore!”
“Ridere ci rende invincibili, ma non perché vinciamo sempre, anzi semmai il contrario, ma perché non ci arrendiamo mai!” (Frida Kahlo)