Il docente Saverio Mauro Tassi ha ricominciato lo sciopero della fame (il precedente è durato 12 giorni) per chiedere al Ministro Bianchi di rispondere alle istanze presentategli, e per condividere la sofferenza di una popolazione lasciata a casa e discriminata, e quelle del popolo ucraino aggredito dalla guerra.
Ecco cosa ci racconta al quattordicesimo giorno della sua azione.


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DIARIO DI UNO SCIOPERATO
II STAGIONE: L’ATTENDATO ALLA COSTITUZIONE
XIV giorno

Sì lo so. Ieri ho bigiato. Ma era sabato del villaggio, e me la sono rilassata un po’. Nondimeno, dopo le consuete quattro ore di lezione, ho anche partecipato a un interessante presidio dibattimentale, a Milano, piazza XXV Aprile (P.ta Garibaldi), promosso e moderato da Walter Monici, avendo come correlatori il giornalista Maurizio Blondet e il medico Dario Miedico. In un post precedente ne potete trovare la videoregistrazione.

Poi però, dopo settimane, sono andato al cinema a vedere l’ultimo Batman. A parte che da ragazzo l’avevo letto e amato fin dalla prima uscita del fumetto, qualcuno forse storcerà il naso, ma io l’ho trovato molto appropriato alla situazione socio-politica che viviamo da due anni a questa parte (ma anche prima, seppur in modo meno appariscente: ex malo bonum, nel senso che ora ne abbiamo sviluppato una maggiore consapevolezza): una classe politica, e in generale dirigente (includo confindustria e sindacati) inetta e corrotta, un’amministrazione statale inefficiente, inefficace e altrettanto, se non più, corrotta; mafie criminali che spadroneggiano, corrompendole sia le prime sia la seconda; qualche solitario oppositore (non solo Batman, ma anche Gordon, Catwoman e una parte dei poliziotti, il neosindaco Lawson). Ovviamente, al netto delle scontatezze hollywoodiane più o meno di maniera, in particolare dato il genere.

Per concludere in bellezza il sabbatico giorno, ieri notte ho dormito a casa, sul mio letto, anche perché in amabile e amata compagnia. Ma da stanotte tornerò ad attendarmi in solitudine, sperando non mi succeda di nuovo quanto accadutomi la notte tra venerdì e sabato. Mentre dormivo della grossa, poi ho congetturato che fossero le 3 o 4 del mattino, dato che né prima né dopo il fattaccio si udivano rumori di auto o di passanti, mentre giacevo bell’addormentato, dicevo, mi ha ridestato un trapestio misto a tramestio. Mi ci sono voluti alcuni secondi per rendermi conto che qualcuno stava manomettendo la tenda. “Smettila, per favore!”, ho bofonchiato ancora mezzo ottenebrato dal sonno.

Fortunatamente, chiunque fosse, ha cessato di manipolare la tenda e se ne è andato. Ma quando mi sono svegliato, il mattino dopo, ho dovuto costatare che l’ignoto energumeno mi aveva divelto e distorto diversi picchetti e addirittura era riuscito ad afflosciare l’anticamera della tenda. Con la santa pazienza, alle sette e mezzo di sabato, ho recuperato i picchetti, li ho raddrizzati con il martello di gomma e li ho rimessi al loro posto, ripristinando il telone d’entrata. Un balordo? Una provocazione? Chissà! Di certo, però, è fuggito al mio primo rimbrotto. Non credevo di essere così terrificante appena sveglio! E meno male che non mi ha potuto guardare in faccia, altrimenti sarebbe di certo morto per la terrificante visione.
Stasera, tra poco, dovrebbe raggiungermi il mio amico film-maker Matteo Cherubini, per una videata della tenda. Poi tango argentino. È pur sempre domenica sera e domani giorno libero! Libero, si fa per dire.

“Ridere ci rende invincibili, ma non perché vinciamo sempre, anzi semmai il contrario, ma perché non ci arrendiamo mai!” (Frida Kahlo)


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