Il docente Saverio Mauro Tassi ha ricominciato lo sciopero della fame (il precedente è durato 12 giorni) per chiedere al Ministro Bianchi di rispondere alle istanze presentategli, e per condividere la sofferenza di una popolazione lasciata a casa e discriminata, e quelle del popolo ucraino aggredito dalla guerra.
Ecco cosa ci racconta al decimo giorno della sua azione.
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DIARIO DI UNO SCIOPERATO
II STAGIONE: L’ATTENDATO ALLA COSTITUZIONE
X giorno
Stamattina, poco dopo il risveglio, mentre mi sistemavo per andare a scuola, sono stato allietato dalle voci di studenti, evidentemente accovacciati sulla panchina a fianco della mia tenda: “Volo… vis… e poi?… vit… ma va!… vult… eh, sì, vulva!… vult! è giusto… volumus…”. Insomma si preparavano a una verifica sui verbi latini. Che sollazzo ascoltarli in incognito! Uscito dalla tenda, gli ho augurato “in bocca al verbo”, mi hanno guardato alquanto allibiti, poi comunque mi hanno detto grazie.
Oggi, comunque, pur rimanendo rigorosamente scioperato, mi sto prendendo un giorno di vacanza. In che senso? Nel senso che ho sospeso il duran adam e soprattutto che (solo) per stasera non dormirò in tenda. Come mai? Ho una buona giustificazione (anche se non firmata dai genitori, per evidenti superati limiti di età. La loro, non la mia): la mia amata domani dovrà affrontare il concorso ordinario per filosofia e storia nei dintorni di Bergamo.
Ovvio che desideri portarla all’esame con la mia auto e così, per l’occasione, e con la scusa che dovremo alzarci prestissimo, l’ho convinta a venire a dormire da me per stanotte. Mica scemo, no? E, insomma, capirete, ospitarla nella tenda non era proprio cosa, avrei più che mai rischiato che mi desse il benservito – già lo rischio parecchio normalmente solo perché io sono io, meglio non tirare troppo la corda, che dite?
Piuttosto, domani alle 18.30 SCUOLA UGUALE X TUTTI ha convocato un presidio-(S)VEGLIONE in via Einstein 3, intorno alla mia tenda, dal titolo BIANCHI SVEGLIATI! È PRIMAVERA!. Io confido che saremo in un po’. Per carità non mi aspetto certo le fantomatiche masse, e francamente non mi auguro nemmeno il loro arrivo, mi accontento di pochi e quindi buoni, ma almeno loro ci siano.
Vedremo. Mettere sempre in conto il peggio, senza mai smettere di sperare nel meglio. E naturalmente, e sempre, perdiamo Speranza, il prima possibile, ma non perdiamo mai la speranza. Meglio ancora: solo se non perdiamo mai la speranza potremo perdere Speranza. E soprattutto non ritrovarlo mai più.
“Ridere ci rende invincibili, ma non perché vinciamo sempre, anzi semmai il contrario, ma perché non ci arrendiamo mai!” (Frida Kahlo)
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