Davide Tutino è stato ospite delle amiche e degli amici della redazione del sito di controinformazione Comedonchisciotte.org, per una conversazione sulla nonviolenza, i diritti e la lotta contro le politiche pandemiche liberticide.

Ecco la presentazione, dalla pagina di Comedonchisciotte.org:

Per questa nuova puntata di ComeDonChisciotte Incontra, abbiamo il piacere di ospitare il professore di filosofia e storia Davide Tutino.

Esempio di lotta, balzato agli oneri della cronaca per aver attuato lo sciopero della fame come forma di disobbedienza civile nei confronti dei provvedimenti liberticidi e discriminatori del governo Draghi, il prof. Tutino, tra i fondatori del Comitato di Resistenza Radicale, è oramai un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono opporre se stessi, con il proprio corpo e il proprio spirito, alla gestione autoritaria della pandemia che oramai da due anni sta comprimendo i diritti Costituzionali dei cittadini.

Le parole d’ordine che sentirete pronunciare sono semplici quanto forti nel loro significato più profondo: lotta non violenta, per opporsi ad un governo che militarizza la società.

Attraverso azioni quotidiane di disobbedienza civile Davide Tutino sta facendo palesare al regime tutte le storture di questi due anni. In particolare, l’impossibilità per le persone di accedere ai luoghi di cultura come scuole, università o anche semplici biblioteche e librerie, dimostra come per questo governo i cittadini devono nutrire il loro spirito oltre che il loro corpo, allontanandosi da quei principi etici e morali che solo una popolazione acculturata può perseguire.

Impediamo a questo potere golpista e fuorilegge di appropriarsi dei nostri corpi. Lottiamo e resistiamo insieme.

Conduce Massimo Cascone, regia e montaggio Giulio Bona.

CDC Incontra – Prof. Tutino: La disobbedienza civile per liberare noi stessi

In Resistenza Radicale si sono riuniti un bel gruppo di radicali storici, che provenivano dalle lotte sui diritti civili e da quelle lotte sull’integrità del corpo e di scelta terapeutica, lotte che sono abbandonate da colori i quali hanno ereditato “la roba” radicale, dalle sedi a tutto il resto… Quello che rimane libero è la storia, e il nome, il pensiero.

Quindi ci siamo riuniti per a partire dalla lotta per l’integrità del corpo e per la libertà di scelta terapeutica, in particolare su questa situazione attuale, in cui i corpi sono espropriati da un governo totalitario che fa dell’espropriazione farmacologica del corpo uno strumento di governo militare del paese.

Questo nonè ancora deguatamente compreso da una grossa parte della popolazione: come l’approggio farmacologico alla vita non sia altro che un approccio militare della politica di questo paese.

La lotta nonviolenta è per noi la forma di opposizione a un potere di fatto militare, che militarizza la società e che pretende l’obbedienza come sua forma di cittadinanza, chiamiamola così, anche se di fatto non si è più cittadini.

AIUTACI: