Riportiamo la testimonianza di componenti del Comitato contro la gestione autoritaria della pandemia, e il racconto della loro azione a Napoli, il 15 febbraio 2022.


Foto inviataci dal Comitato

A Napoli, stamattina, nel giorno in cui il governo, unico in Europa, sospende dallo stipendio e dal servizio gli ultra cinquantenni, applicando a capriccio, senza alcuna riconoscibile logica sanitaria, nuove misure punitive contro lavoratori e lavoratrici usati come collettori della giusta rabbia sociale suscitata dal fallimento delle politiche sanitarie ed emergenziali, si è svolto un riuscitissimo presidio itinerante.

Abbiamo portato in corteo quattro sagome, raffiguranti le “vite sospese” dei lavoratori, degli studenti, delle lavoratrici sotto ricatto istituzionale, realizzate dal Comitato contro la gestione autoritaria della pandemia e dai Lavoratori della manutenzione stradale dei Banchi Nuovi.

Prima tappa, l’istituto INPS, dove alcuni compagni sono stati respinti con estrema violenza dall’ingresso, dopo aver cercato di entrare per volantinare all’interno.
A seguito delle nostre proteste, abbiamo ottenuto un incontro con il direttore e il vicedirettore dell’INPS.
La delegazione, formata da lavoratori e docenti sospesi, ha esposto le ragioni del proprio profondo sconcerto per le politiche punitive, incostituzionali e illegittime del governo, del tutto prive, peraltro, di ricadute sulla situazione sanitaria generale.

I lavoratori della manutenzione stradale hanno ottenuto una verifica immediata delle loro posizioni retributive, dopo aver lamentato la mancata erogazione, da mesi, degli assegni familiari.
Nulla da fare, invece, per il pagamento delle quarantene, non più contemplate dalla normativa, che consente ai contatti stretti dei “positivi” di uscire o di lavorare da casa (opzione possibile, però, solo per alcune tipologie di lavoro!).

Successivamente, il corteo ha raggiunto Piazza Matteotti, fermandosi davanti alle Poste Centrali per volantinare e sensibilizzare i passanti.

Infine (terza tappa), le sagome sono state portate davanti all’ospedale Pellegrini, per denunciare i tagli alla Sanità, gli investimenti mancanti nel PNRR e la gestione fallimentare della pandemia, che tra protocolli criminali e decreti estorsivi, che hanno scaricato ogni responsabilità ed onere sulla popolazione ricattata e privata di diritti fondamentali, ha fatto 16 volte più morti che un paese come il Giappone, ed ha alimentato un odio feroce per nascondere vergognose menzogne e
lucrose speculazioni sulla salute e sulla paura, non del Covid, ma della marginalizzazione sociale, della criminalizzazione moralistica, del minacciato abbandono da parte di medici indegni, del licenziamento, della fame e della segregazione procedenti da una scelta sul proprio corpo che è stata libera e non forzata nella maggior parte dei paesi europei.

Infine, il corteo si è spostato alla Cumana di piazza Montesanto, stigmatizzando le discriminazioni inaccettabili cui sono sottoposti gli studenti e gli utenti in generale, specie gli isolani.
Sono stati distribuiti molti volantini.
La consapevolezza può crescere solo se le voci di dissenso e lettura alternativa della crisi non smettono di insinuare dubbi e dare sponde alla rabbia inespressa.

Non si deve assolutamente consentire al governo di mantenere attivo un dispositivo, attivabile a piacimento e a comando, che trasformi i diritti in favori, le libertà in elemosine, la vita in una triste sequela di dosi di violenza istituzionale.

Il volantino che preannunciava l’azione