La libertà ed il diritto, non si concedono, SI ESERCITANO.
..di Davide Tutino 16/11/2024
16 novembre manifestazione a Padova. Intervento di Ciro Silvestri.
La trasformazione del diritto in concessione. È stato faticoso e doloroso per la nostra civiltà addivenire ad un concetto più o meno univoco del significato del diritto. Quante vite umane cadute e sacrificate per questo risultato.
È stato necessario eliminare le brutalità comportamentali confuse con la forza, è stato necessario ridurre le differenze attraverso il dialogo ed il confronto, è stato necessario abbattere poteri alla deriva, ma soprattutto è stato fatto un sovraumano sforzo per istituire presidi di ogni tipo, rispettosi del diritto umano.
La politica, la scienza, la medicina,la giustizia, l’economia, tutte improntate al rispetto dei diritti collettivi ed individuali, almeno così pensavamo che fosse, prima di avere avuto le prove del tradimento.
Questo processo si è sviluppato nei secoli, fino ad arrivare alla fine del secolo scorso ad un equilibrio sociale più o meno in armonia.
Ovviamente, parallelamente allo sviluppo di condizioni sociali in equilibrio, si contrapponeva il desiderio di piccole ma potenti minoranze di affermare il loro dominio, che però non poteva certo manifestarsi nelle forme arcaiche di dominio, cioè con la forza bruta.
Restava solo un mezzo per poterlo fare, mettere sotto attacco il diritto ed eroderlo lentamente, molto lentamente, fino a distruggerlo e quindi a cancellarlo.
Immaginate se sul finire del secolo scorso, fosse arrivato qualcuno che con un atto di imperio avesse cancellato il diritto , nel momento di maggiore opulenza, ed avesse detto che non abbiamo alcuna sovranità sul nostro corpo insieme al dovere di vigilare e proteggere quella dei nostri figli.
Che non fosse assolutamente vero che siamo liberi di spostarci, pensare, criticare e magari protestare contro il potere così come prevede il Dl1660.
Che i servizi da noi creati e pagati come la sanità, l’istruzione non sono più assicurati.
Pensate se qualcuno avesse preteso che il nostro lavoro fosse a malapena sufficiente a sfamarci e senza che fosse assicurato e certo per tutti, e che avremmo dovuto lottare contro i nostri simili,come novelli gladiatori della modernità, semplicemente per non morire di fame e compiacere al potere.
Sarebbe stata una catastrofe, perché all’uomo i cambiamenti soprattutto quelli improvvisi non piacciono.
Torniamo allora a quella piccola minoranza con il sogno del dominio, che qualcuno chiama elite.
Sono furbi, astuti e sanno benissimo che i loro privilegi, il loro potere sopravvive anche a loro, e si tramanda, ed allora non hanno fretta.
Loro possono inquadrare il loro progetto in un lungo arco temporale, perché in qualche modo, ci saranno sempre.
Allora cosa fanno, sottraggono un pezzettino di diritto per volta ed inquinano con le loro logiche i baluardi del diritto, e assediano le istituzioni con stupidi esecutori asserviti.
La Costituzione si impoverisce nel tempo, in modo che la memoria non abbia più traccia di quello che era, anche grazie alla preziosa opera della comunicazione che sempre di più si trasforma in propaganda.
In sintesi non abbiamo mai avuto un garante della Costituzione.
L’altro attacco graduale ricorre alla lusinga della efficientazione e la creazione ad arte del modello privato performante e vincente, che si è fatto spazio negli ambiti pubblici.
Non abbiamo più ospedali e unità sanitarie locali, ma abbiamo aziende ospedaliere ed aziende sanitarie.
La scuola non è più improntata all’educazione e alla formazione del futuro cittadino, ma all’addestramento ai mestieri per soddisfare più velocemente i bisogni delle aziende proiettate ad incrementare i profitti.
Il preside perde la sua funzione del più alto rappresentante della comunità educante e si trasforma in dirigente depositario della volontà imposta dal potere.
Anche la politica è cambiata , trasformando il politico non più in rappresentante del popolo democraticamente eletto, bensì in dipendente di una lobby chiamata partito.
Le istituzioni vengono impoverite nella rappresentanza e nelle funzioni tanto che si contano più disposizioni dell’esecutivo ( Dl)che leggi del Parlamento, ed il confronto parlamentare è letteralmente sparito da anni.
Il Dl 1660, ne è la conferma.
Un argomento così delicato come la libertà di espressione e di protesta, sancito dalla Costituzione, che non passa attraverso il dibattito parlamentare, così come è successo per il decreto Calderoli sulle autonomie locali che rischia di dividere ulteriormente questo martoriato Paese.
La ricerca, in tutti i campi è condizionata e corrotta dai finanziamenti privati, che inevitabilmente prediligono l’interesse economico a quello sociale.
La pandemia, ha svelato tanti altarini che riguardavano le commistioni politiche con l’industria. La questione Von Der Leyen su tutte, con il marito ai vertici della Pzifer è a dir poco disgustosa rappresentando una truffa avvenuta sotto gli occhi di tutti.
A presidio e alla guida delle nostre istituzioni, abbiamo uomini che per le loro incompatibilità imbarazzerebbero anche uno come Berlusconi.
Per capirci, come Crosetto, non dovrebbero essere al posto in cui sono, altrimenti le guerre non finiranno mai.
Gente come Bassetti e Burioni non dovrebbero poter dirigere ospedali ed insegnare nelle Università se i loro interessi sono assicurati dalla industria farmaceutica.
L’ultima diavoleria messa in campo è la digitalizzazione, con la scusa della velocizzazione stiamo portando i servizi essenziali nella logica binaria degli algoritmi, perché l’Id Wallet è quello.
Nel momento in cui non assolvi ai doveri imposti dal neofeudalesimo, la tua identità viene cancellata, semplicemente non esisti.
Non sarà più possibile accedere ai servizi sanitari, alla formazione, ai trasporti pubblici, ai nostri soldi depositati nelle banche.
In sintesi, è l’esproprio della identità. Esisti finché al potere conviene che tu esista ed esisti come prodotto e come consumatore.
In ultimo, il DL 1660, impedisce ogni critica, ogni protesta, anche pacifica.
Questa situazione mi angoscia e mi rimanda ad un famoso monologo del drammaturgo mio conterraneo Eduardo De Filippo dal titolo è cos e nient.
Ci hanno trasformato la giustizia in ingiustizia?
E vabbè che sarà mai? è cos e nient
Ci hanno vietato di curarci liberamente?
E che fa? E’ cos e nient
Ci vietano anche di dare dignità alla sofferenza impedendoci di protestare?
Ma è cos e nient
E accusì ( cosi avrebbe detto il Maestro ) un po’ alla volta, giorno per giorno, siamo diventati noi la cosa da niente.
Incapaci di difendere le nostre vite, il nostro onore, la nostra dignità.
Diamoci una mossa o saremo sudditi complici.
Il sindacato, quello vero, come quello che ho l’onore di rappresentare, è sinonimo della giustizia insieme.
Riprendiamoci i diritti che ci hanno sottratto ma per poterlo fare dobbiamo essere in tanti per poter esercitare la cosiddetta sovranità popolare e per poter ripulire e rifondare le nostre istituzioni.
Ricordiamoci tutti e sempre che sulla libertà e sul diritto non possono esserci negoziazioni.
La libertà ed il diritto, non si concedono, SI ESERCITANO!!
Sindacato FISI prov. Roma www.fisisindacato.it