Il 16 aprile 2023 si è svolto a Roma, presso la Città dell’Altra Economia (ex Mattatoio), il Convegno alla Rovescia, organizzato da Resistenza Radicale, al quale hanno aderito cittadini e movimenti appartenenti all’area del dissenso.

Qui di seguito il documento finale redatto al termine dei lavori.

Resistenza Radicale

Convegno alla Rovescia

Città dell’Altra Economia – Roma, 16 aprile 2023

I partecipanti, riuniti nel Convegno alla Rovescia a Roma il 16 aprile 2023, rilevano che, fatte salve le differenze su alcuni punti, prevale una sostanziale comunanza di intenti.

In particolare, affermano che l’opposizione alle politiche pseudo-sanitarie e liberticide, che li ha accomunati nel passato, deve accomunarli anche per il futuro.

Rilevano, infatti, che la volontà di governare imponendo nuove restrizioni e pesanti limitazioni dei diritti fondamentali e inviolabili della persona, se non è più del tutto manifesta, non è ancora stata sconfitta. Ciò è dimostrato, tra l’altro, dall’intenzione dell’OMS di imporre la sua volontà a tutti gli stati del mondo, e di dotarsi di un inaudito potere di censura a livello mondiale, attraverso modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale.

Rilevano altresì che nessuna svolta sostanziale è stata fatta sulle politiche vaccinali; nonostante le informazioni di ogni genere apparse pubblicamente, che dimostrano la collusione degli organi di controllo pubblico con gli interessi delle multinazionali dei farmaci, nonché la gravità e l’alta frequenza degli effetti avversi provocati dal siero sperimentale detto vaccino, nessuna svolta decisiva è stata annunciata, non solo dalle forze politiche che hanno gestito i governi passati (che persistono nel rifiutare qualunque ripensamento), ma nemmeno dalle forze di governo. Ciò si coniuga con la persistente volontà di tacitare tutte le notizie sui danni da vaccino, nonostante tali notizie si moltiplichino e non possano più venire nascoste.

Rilevano inoltre che è ancora più grave che la Corte costituzionale abbia adottato sentenze che non solo hanno avallato la politica governativa in materia, ma che sia andata addirittura oltre, ammettendo per la prima volta che da un obbligo vaccinale possano derivare anche effetti avversi gravi, ivi compreso la morte, andando contro il principio delle centralità e della dignità della persona.

Rilevano anche che le politiche autoritarie e lesive dei diritti fondamentali dei cittadini, che hanno imposto dei trattamenti sanitari sperimentali come unica risposta alla diffusione del virus SarsCov2, non sono un episodio isolato, né improvvisato. Si connettono chiaramente al progetto dei potentati economici transnazionali e sovranazionali di ristrutturazione globale, noto col nome di “Great Reset”.

Pertanto, l’opposizione alle politiche pandemiche non può avere un successo duraturo se non è connessa a un progetto politico-economico propositivo e alternativo, che va necessariamente elaborato.

In particolare, i convenuti rilevano la necessità di allargare la battaglia alla difesa di una sanità che non sia controllata dalle esigenze di profitto delle multinazionali chimico-farmaceutiche; una sanità che non sia burocratizzata, ridotta all’esecuzione di protocolli, già pronta ad essere sostituita dagli algoritmi dell’intelligenza artificiale; una sanità che non sia centrata solo sulla terapia farmacologica di tipo allopatico, e che agisca sempre nel rispetto di un consenso informato pienamente trasparente.

A questo proposito, i convenuti sostengono il referendum sulla programmazione sanitaria promosso da Generazioni Future, che salutano come un primo piccolo passo nella direzione giusta.

I convenuti rilevano anche che, dalla guerra al virus e a chi non la condivideva, si è presto passati alla guerra vera. Esprimono la loro profonda preoccupazione per il coinvolgimento di fatto dell’Italia in una guerra che è una guerra non solo contro la vita e gli interessi del popolo ucraino, ma una guerra contro gli interessi e il futuro dell’Italia e dell’intera Europa. Denunciano la logica militarista dominante a livello mondiale, e prima di tutto il coinvolgimento in tale logica dell’Italia e dell’Europa intera, che, invece di assumere il ruolo che loro spetterebbe, ovvero il ruolo di mediatori per ricercare una pace nell’interesse non solo dell’Europa, ma del mondo intero, accettano, inviando armi ad una parte in conflitto, di partecipare attivamente a un’escalation che rischia di portare il mondo nel baratro della guerra atomica.

I convenuti appoggiano pertanto i due referendum volti all’interruzione dell’invio di armi a una delle parti belligeranti, promossi dalla cooperativa “Generazioni Future” e dal comitato “L’Italia ripudia la guerra”, e si impegnano a collaborare con la raccolta firme, nei limiti delle loro capacità. Rilevano anche che l’opposizione alla guerra è cosa ben più complessa e impegnativa della promozione di due referendum, che pure costituiscono un importantissimo passo nella direzione giusta.

L’opposizione a questa guerra non può essere disgiunta dall’opposizione a tutte le guerre, e dunque dall’opposizione attiva alla logica dei blocchi militari e del riarmo costante, perseguita da tali blocchi, e in particolare, dall’opposizione al blocco militare di cui l’Italia fa parte; né può essere disgiunta dalla diffusione attiva di una cultura di pace, volta a sostituire il diritto alla forza, anche a livello internazionale, e a privilegiare la mediazione rispetto al conflitto.

I convenuti inoltre rilevano l’importanza di sostenere azioni su tutto il territorio italiano per sensibilizzare la popolazione alla gravità dell’avvio di bio-laboratori medico-militari, sul nostro territorio italiano e sull’altrui territorio in senso mondiale.

I convenuti rilevano anche che il cosiddetto occidente, partecipando entusiasticamente all’escalation militare in ucraina, e promettendo di inviare ai belligeranti proiettili all’uranio impoverito, destinati a produrre un diffuso inquinamento radioattivo di uno dei principali granai del mondo, rivelano un sostanziale e totale disinteresse per la questione ambientale, che dicono di volere affrontare con provvedimenti drastici soprattutto all’interno dell’Europa.

I convenuti riconoscono però che, se le politiche ambientali d’emergenza promosse soprattutto dall’Unione Europea non sono che tecniche di marketing destinate al potenziamento degli interessi di un intero comparto economico, legato alla cosiddetta economia green, la questione ambientale è una delle questioni centrali del presente momento storico. La questione della compatibilità con gli equilibri ecosistemici che sostengono la vita umana del modello economico dominante nel mondo, basato sulla crescita esponenziale indefinita del ciclo produzione-consumi, si pone comunque con tutta la sua forza. I convenuti ritengono pertanto che la ricerca e la messa in atto di modelli economici alternativi ed effettivamente rispettosi della capacità di carico del pianeta sia di importanza fondamentale, sempre nel rispetto dei diritti fondamentali dell’individuo.

Essi rilevano altresì che la ricerca e la messa in atto di modelli economici alternativi è problematica, ove non si disponga della possibilità di emettere moneta, e appoggiano ogni tentativo di ricerca e di attuazione di forme di autonomia monetaria a qualsiasi livello.

Prendono atto con molta preoccupazione della tendenza, che sembra andare affermandosi, alla sostituzione della moneta cartacea con la moneta elettronica. Tale sostituzione, infatti, renderebbe facilissimo un rigido controllo centralizzato sulle possibilità di spesa (e dunque anche di sopravvivenza) di ogni singolo cittadino, rendendo possibile al sistema statuale e bancario un controllo rigidissimo su qualunque forma di opposizione, e mettendo definitivamente a rischio l’esistenza stessa della democrazia e della libertà.
Parallelamente i convenuti rilevano che le nuove tecnologie informatiche, incentrate sul web, se permettono una comunicazione orizzontale di una vastità senza precedenti, che favorisce la diffusione capillare della controinformazione, permettono anche: una centralizzazione senza precedenti, la formazione di monopoli di livello mondiale, e dunque un controllo centralizzato dell’informazione, delle attività economiche e dei comportamenti.

Ritengono dunque indispensabile una politica capace di accentuare le potenzialità democratiche del web, ma anche capace di limitare la formazione di monopoli in grado di controllare i flussi di informazione e i comportamenti dei cittadini.

I convenuti riconoscono infine nella nonviolenza attiva e nella disobbedienza civile il metodo fondamentale da porre alla base della loro azione, volta ad affrontare nella pratica le tematiche fin qui elencate.

In conseguenza di tutte queste convergenze, i convenuti a Roma il 16/04/2023 decidono di stipulare con la presente un patto di consultazione reciproca, almeno semestrale, anche in vista della possibile costituzione futura di una federazione, allo scopo di coordinare l’azione politica di attuazione dei punti comuni.

Approvato con 38 voti favorevoli, 10 astenuti ed 1 contrario.


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