Il governo italiano, in violazione della propria Costituzione, delle Convenzioni Internazionali, dei Diritti Umani, impone ai cittadini un trattamento sanitario obbligatorio attraverso un farmaco sperimentale.

Noi cittadini diamo vita a un movimento di resistenza non violenta. Proseguendo e facendoci carico dell’iniziativa nonviolenta di Davide Tutino, ci presentiamo al momento della somministrazione in sciopero della fame, evidenziando il nostro stato e la nostra lotta, pretendendo la verbalizzazione di tutti gli elementi di illegalità nella procedura.

Indichiamo qui di seguito le modalità di questa azione nonviolenta.

SCIOPERO DELLA FAME: ISTRUZIONI

Chi può prendervi parte?

Tutti i cittadini e le cittadine possono prendere parte allo sciopero della fame a staffetta, non soltanto quelli immediatamente obbligati al trattamento.

Tutti i partecipanti devono comunicarci i propri dati e la durata dello sciopero (ad esempio: 3 giorni, 5 giorni, etc.), inoltre coloro che devono recarsi presso il medico somministratore all’hub vaccinale possono seguire l’intera procedura che segue.

Consigliamo di recarsi all’appuntamento all’hub vaccinale accompagnati da un legale di fiducia.

Come aderire?

  1. Inviare una mail a famedigiustizia@resistenzaradicale.org con oggetto “Adesione allo Sciopero della fame di massa“ indicando nel corpo della mail: nome, cognome, recapito telefonico, città di provenienza, data di inizio del digiuno, e se già stabilita, data di conclusione.
  2. Farsi seguire, se possibile giornalmente oppure ogni due giorni, da un medico, e seguirne i consigli in termini di idratazione ed eventuale assunzione di integratori alimentari (come ad esempio, per il caso di Davide Tutino, del brodo vegetale assunto tre volte al dì).
  3. Inviare, ogni 4/6 giorni, gli aggiornamenti del proprio diario di digiuno, certificato da un medico, all’indirizzo famedigiustizia@resistenzaradicale.org con oggetto: “Diario di Digiuno_ nome_cognome”
  4. Prendere contatto con associazioni di avvocati che lottano per il ripristino dei diritti costituzionali, per essere accompagnati da un legale nel giorno previsto per la somministrazione;

Prenotato il trattamento obbligatorio, presentare al proprio medico di base e alla propria ASL di competenza, tramite invio pec o raccomandata AR a ciascun destinatario, istanza di prescrizione medica del farmaco previsto dall’obbligo.
La prescrizione è obbligatoria per legge, ma nessuno ha il coraggio di produrla. 
La copia di questa istanza, corredata delle ricevute di invio o di tutte le notifiche di invio e ricezione in caso di invio pec, e con relativa eventuale risposta, va stampata e portata all’hub vaccinale nel giorno dell’appuntamento per la somministrazione.

Una volta all’hub vaccinale:

  • pretendere che l’avvocato possa accompagnarci all’interno dell’ambulatorio, anche a ragione delle nostre condizioni fisiche.
  • Nella fase iniziale di compilazione del modulo che ci riguarda, scrivere che si è in sciopero della fame da tot giorni, allegando copia dei diari medici.
  • Domandare al medico somministratore se esistano studi comprovanti l’innocuità del farmaco per chi è digiuno da giorni, e pretendere che la risposta sia messa per iscritto sul modulo.
  • Nel caso in cui il medico si rifiutasse di rispondere, o di mettere per iscritto la propria risposta, chiamare le forze dell’ordine per denunciare questa omissione, e attendere l’arrivo nell’ambulatorio.
  • Domandare al medico un differimento o una esenzione, a ragione della propria condizione fisica;
  • Questa procedura non toglie la possibilità di contestare tutte le altre violazioni di legge all’interno del modulo sul cosiddetto consenso informato. Questa procedura è finalizzata invece a:
    • portare avanti una lotta nonviolenta contro la violazione del diritto e dell’integrità del corpo;
    • aiutare il medico somministratore, che spesso vive una crisi di coscienza, ad avere una via d’uscita, attraverso il differimento o l’esenzione;
    • inceppare il meccanismo prima di arrivare al momento in cui ci viene estorto il consenso;
    • salvare il maggior numero possibile di cittadini da questa violenza, il maggior numero possibile di medici da questa colpa;
    • comunicare all’opinione pubblica e alle istituzioni internazionali la violenza con cui viene estorto il consenso e imposto un farmaco sperimentale;
    • accumulare documentazione per la citazione in giudizio dello stato italiano e dei soggetti coinvolti per i crimini commessi contro l’individuo e contro l’umanità.

Se questa azione del digiuno non dovesse bloccare la procedura attraverso un differimento o una esenzione (l’esenzione infatti dipende dalla decisione del medico vaccinatore, non è automatica!) continuare con l’aiuto del proprio avvocato a contestare tutte le altre violazioni di legge, a partire dalla mancanza di una prescrizione medica.

Dopodiché:

  1. Comunicare l’esito della propria vicenda all’indirizzo famedigiustizia@resistenzaradicale.org  con oggetto: “Esito_nome_cognome”.
  2. Mantenere tutta la documentazione ai fini giudiziari, condividendola con il proprio legale.

ATTENZIONE

Raccomandiamo di intraprendere il digiuno con l’aiuto e la sorveglianza di un medico curante, e di agire in modo da preservare in ogni modo la propria salute.

L’azione nonviolenta non è martirio, né sacrificio, né autolesionismo, ma iniziativa politica svolta attraverso il proprio prezioso corpo.

Restiamo forti e sani insieme, per lottare insieme in modo efficace!

CAMPAGNA SOCIAL

La diffusione è importante e aiuterà l’azione e tutte e tutti noi a essere più incisivi e a farci ascoltare.

Invitiamo quindi chi aderisce con il suo digiuno allo sciopero della fame di massa a parlare della sua esperienza sui social: raccontando le sue giornate, scrivendo i suoi pensieri, documentando nella maniera che preferisce questa importante azione.

Per la comunicazione social di chi fa lo sciopero della fame, l’hashtag è #stodigiunando e anche #famedigiustizia. Invitiamo a postare e condividere fotografie, selfie, pensieri che riportino questo messaggio, taggando anche la pagina Davide Tutino per la libertà di scelta, che condividerà i contributi.

Anche chi non digiuna in prima persona può aiutarci, condividendo i nostri post o scrivendone di propri, usando l’hashtag #famedigiustizia insieme a #sostegnoaldigiuno.