di Aligi Taschera.
Caro Xxx, come d’accordo, cerco di rispondere in modo organico e il più possibile sintetico alla tua domanda “Perché per te combattere contro le politiche pandemiche del governo è di primaria importanza?”
La prima risposta, la più semplice, è che le politiche adottate dal governo Conte prima e dal governo Draghi poi (molto simili a quelle adottate dalla maggior parte dei governi mondiali – eccezion fatta per la Svezia, la Bielorussia e la Tanzania – anche se un po’ peggiori, e soprattutto più ostinate) hanno fatto e fanno molti più danni che benefici, veri o presunti che siano. Ovviamente questa affermazione, alquanto semplice, va motivata. In verità un articolato elenco di motivazioni potresti trovarlo in un lungo articolo che ho scritto nell’aprile del 2021 che puoi trovare all’indirizzo:
https://cercareunfuturo.wordpress.com/2021/04/13/il-sars-cov-2-come-spartiacque-politico-ideologico/
Però, dato che si tratta di un articolo piuttosto lungo scritto più di un anno fa, con motivazioni prevalentemente politiche, è meglio che io tenti di fare l’elenco sintetico dei danni provocati dall’inizio (fine febbraio 2020) ad oggi. Non potrà comunque essere una cosa brevissima.
1. La negazione delle cure.
Fin dall’inizio il governo ha pesantemente scoraggiato l’effettuazione di autopsie sui morti presumibilmente a causa dell’infezione da Sars-Cov2”, denominata Covid19. In assenza di tali autopsie, che sole avrebbero potuto fornire la base per terapie efficaci della malattia, il ministero della salute ha imposto arbitrariamente ai medici il protocollo di cura comunemente denominato “tachipirina e vigile attesa”; ha cioè imposto ai medici di non intervenire, di rinunciare a visitare i pazienti per curarli, ma di ordinare telefonicamente paracetamolo (il cui nome commerciale in Italia è Tachipirina) e attendere finché non si verificassero difficoltà respiratorie, per ordinare il ricovero. Il coraggio di quei medici che, contravvenendo alle direttive ministeriali, hanno eseguito le autopsie per identificare le cause di morte, ha permesso di identificare cure efficaci, e anche di stabilire che la Sars-Cov2 è curabile, purché si intervenga entro pochissimi giorni (tre al massimo) dall’apparire dei sintomi. Il ministero, e la stampa ormai asservita al potere quasi nella sua totalità, ha continuato a negare l’esistenza di cure e a consigliare l’attesa e il ricovero all’apparire di difficoltà respiratorie, quando ormai è troppo tardi per intervenire efficacemente. Non a caso il tasso di mortalità italiano è stato circa quattro volte superiore a quello mondiale (i dati li puoi controllare nel mio articolo che ho indicato prima).
2. La diffusione del terrore.
In concomitanza e in parte in conseguenza di ciò, le autorità pubbliche e la stampa hanno diffuso un allarmismo ed un terrore irrazionali, diffondendo ossessivamente, giorno per giorno, e non solo sugli organi di informazione, ma anche sui mezzi pubblici ed ovunque ciò fosse possibile, messaggi allarmanti, che sistematicamente sovrastimavano i dati della mortalità. In questo proposito basti qui ricordare che l’Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato sul suo sito che venivano (e vengono) registrati come morti per Covid19 tutti i morti con un tampone Covid positivo (sulla scarsa affidabilità dei tests PCR e antigenici non sto ad aprire un altro discorso, che non sarebbe breve). Non è chi non veda che un morto di ictus, o per incidente stradale, trovato con un tampone positivo, viene registrato come morto per Covid19. E infatti lo stesso Istituto ci dice che solo il 3,6% dei morti per Covid non è affetto da altre patologie, mentre il 66,9% è affetto da altre tre o più patologie. E’ dunque realistico pensare che i morti dovuti effettivamente alla Covid19 siano una percentuale, probabilmente significativa, ma comunque una percentuale, di quelli ufficialmente denunciati. A ciò si aggiunga che l’età media dei deceduti è di 81 anni, mentre la mediana è di 82: vale a dire che la maggioranza di chi muore muore ad un’età molto vicina alla speranza di vita media, cosa che non sembra giustificare allarmi eccezionali. Si è comunque scelto di diffondere una rappresentazione terrificante dei danni provocati dal virus Sars-Cov-2. Queto è stato sicuramente utile per preparare la popolazione a subire senza fiatare restrizioni senza precedenti e provvedimenti autoritari di ogni genere; ma non ha certo aiutato ad affrontare la pandemia con la razionalità e la lucidità che la diffusione di una pandemia richiederebbe.
3. I danni economici.
I primi danni, e più evidenti, sono e sono stati i danni economici. Come facilmente prevedibile, il blocco totale di tutte le attività economiche (salvo la filiera alimentare, e, naturalmente, quella degli armamenti) per due mesi, e il blocco o il forte rallentamento prolungato di una serie di settori economici, ha creato enormi difficoltà economiche, che hanno incrementato la diffusione della fame, impoverito i più poveri, messo in grossa difficoltà e indebolito la classe media e arricchito i più ricchi, in particolare gli imprenditori del settore informatico o che dall’informatica dipende (come ad es. Amazon) e il settore farmaceutico-biotecnologico. Se ti interessano un po’ di dati in proposito li puoi trovare sul primo dei miei articoli dei quali ho fornito il link; dati più aggiornati li puoi sempre trovare sul sito www.globalresearch.ca soprattutto negli articoli del prof. Michel Chossudovsky. E’ altresì da notare che la cosiddetta pandemia (indipendentemente dalla sua origine: naturale, artificiale, o addirittura provocata) è stata un’occasione formidabile per avviare la “Quarta rivoluzione industriale” preconizzata da Klaus Schwab (fondatore e presidente del World Economic Forum) e il “Great Reset” abbondantemente descritto sempre sul sito del W.E.F. nonché nel libro di Schwab e Malleret, che porta lo stesso titolo. In estrema sintesi il “Great Reset” consisterebbe nella distruzione (o fortissimo ridimensionamento) della piccola e media impresa a favore delle grandi imprese transnazionali; nella migrazione della maggior parte possibile delle relazioni umane sul web, trasformandole da reali in virtuali, e nella finale transizione alla società transumana, in cui il confine tra ciò che è naturale e ciò che è prodotto della tecnologia salta. Come puoi vedere, il “Great Reset” non è un complotto: è un progetto politico-economico pubblico e legittimo (purtroppo, a parer mio) al quale le potenti forze politico-economiche che fanno capo al World Economic Forum stanno lavorando. A qualcuno può piacere e piace; a me no. E credo di avere il diritto-dovere di oppormi, soprattutto se questa trasformazione viene imposta al di fuori da qualsiasi logica democratica
4. La destrutturazione dello stato di diritto.
Le politiche pandemiche hanno minato tutta la costruzione dello stato di diritto costituzionale e democratico. Si è iniziato col governo Conte a confinare tutti i cittadini italiani in casa propria, mettendo l’intera popolazione agli arresti domiciliari senza alcun processo, contravvenendo ad uno dei principi costituzionali fondamentali (La libertà personale è inviolabile. art.13 Cost.), giustificando questa decisione con la necessità di impedire la diffusione di un virus la cui mortalità e la cui letalità venivano drammatizzate oltre misura da un coro mediatico che attribuiva alla scienza, o addirittura direttamente al virus, decisioni politiche discutibilissime. Per giunta una decisione così grave veniva imposta mediante DPCM, atti amministrativi che, nella gerarchia delle fonti, devono essere subordinati, oltre alla costituzione (fonte primaria di ogni legge e regolamento) alle leggi. In questo modo si è stravolta la gerarchia delle fonti del diritto, minando alla base il principio stesso dello stato di diritto, e iniziando a sostituire il diritto con l’arbitrio, dando ad una miriade di capetti l’idea di potere imporre arbitrariamente la propria volontà, purché fosse in sintonia con quella della televisione, della stampa e del governo, e con l’obiettivo di arrestare il terribile virus Sars-Cov2. Il governo Draghi ha poi continuato per una strada analoga, imponendo con decreti (che non sono solo atti amministrativi, ma che non possono andare contro costituzione e devono essere approvati dal parlamento entro 60 giorni) altre restrizioni anticostituzionali di una gravità inaudita. Prima di tutto il coprifuoco, provvedimento tipico di condizioni di occupazione militare, e privo di qualunque giustificazione sanitaria credibile, a meno che non si voglia credere che il Sars Cov2 si trasmetta di notte ma non di giorno, motivo per cui la notte bisogna tenere la gente confinata in casa, ma di giorno no. Su questa strada della demolizione graduale del diritto si è poi pensato bene di rendere obbligatorio un siero genico soprannominato vaccino per puri motivi di marketing (ti ricordo che la definizione di vaccino è stata cambiata a fine estate 2020 apposta per poter far rientrare i sieri genici preparati da “Big Pharma” nella categoria dei vaccini), non con la legge (cosa che, pur con molte restrizioni, la nostra costituzione renderebbe possibile) ma col ricatto. Si è infatti deciso di privare del lavoro senza stipendio (violando parecchi articoli della costituzione) chiunque, maggiore di 50 anni, rifiuti di vaccinarsi, nonché intere categorie di lavoratori di qualunque età (lavoratori della scuola e della sanità – anche mentale – prima di tutto). Al ricatto si è aggiunta la beffa: chi si vaccina deve firmare un “consenso informato” (ma l’informazione è di fatto negata ai cittadini) che assicuri che il vaccinando sia cosciente dei rischi e se ne prenda le responsabilità: questo per evitare che lo stato, l’agenzia vaccinale e il medico vaccinatore siano chiamati a rispondere in sede penale e civile degli eventuali danni provocati dal vaccino. Ma naturalmente si nega pubblicamente che il vaccino possa provocare danni. Per sapere se uno ha ceduto o no al ricatto (se cioè si è fatto inoculare o no il siero genico soprannominato vaccino) si è introdotto un nuovo strumento di tracciamento elettronico soprannominato “green pass” che ha permesso di escludere non solo dal lavoro, ma, per un lungo periodo, dai mezzi pubblici, dai ristoranti, dai bar, dalle biblioteche, dai cinema e dalle università, tutti coloro che non si sono “vaccinati”. Si è introdotto uno strumento elettronico di tracciamento che permette di escludere alcune persone ma non altre dal godimento dei diritti fondamentali, con buona pace dell’articolo 3 della nostra costituzione, e di tutte le carte dei diritti dell’uomo, dalla carta del 1789 fino a quella universale del 1948.
5. Il vaccino e i suoi danni.
Su questo puoi vedere il mio articolo al seguente indirizzo:
https://cercareunfuturo.wordpress.com/2021/09/29/il-culto-vaccinale-e-la-morale-alla-rovescia/
I dati di quell’articolo sono aggiornati all’11 settembre 2021. Non ho voglia di andare di nuovo a studiare i dati sul sito Eudravigilance, che è il sito ufficiale di vigilanza farmacologica legato all’EMA, l’agenzia europea dei farmaci. Qui basti dire che a quella data Eudravigilance, che si basa, come l’Aifa (l’agenzia italiana per i farmaci), sulla vigilanza passiva, e che dunque tende a sottostimare gli effetti avversi, registrava, nell’area economica europea (l’UE, più un altro paio di stati che sono indicati nel mio articolo) 24.526 morti e 1.126.869 effetti avversi gravi da “vaccino”. I numeri, ad oggi, non sono sicuramente diminuiti (dato che notoriamente i morti non resuscitano) ed è presumibile che siano aumentati. Quel che mi sento di aggiungere sono poche cose. Le morti improvvise da malore di giovani sportivi e di meno giovani (compreso il sindaco di Lugano, Borradori, morto improvvisamente mentre faceva jogging) sembrano moltiplicarsi, mentre ricerche israeliane (cioè del paese più “vaccinato” al mondo) e poi di altri paesi confermano l’aumento di probabilità dei giovani vaccinati di ammalarsi di miocarditi e di pericarditi. Ciononostante, il sistema di ricatti di cui parlavo sopra, espanso all’università e a tutte le attività ricreative e culturali, ha praticamente costretto alla “vaccinazione” (che, a quanto pare, comporta rischi per la salute anche mortali) anche la stragrande maggioranza della popolazione giovanile, che non ha alcun vantaggio dalla “vaccinazione”. Per i minori di 40 anni, infatti, il rischio di morire di covid è inferiore a quello di morire per un incidente d’auto: si è dunque indotta con il ricatto la popolazione giovanile a correre seri rischi per la propria salute senza averne alcun vantaggio, in base all’affermazione che il “vaccino” impedisce il contagio, e che dunque è utile vaccinare i giovani per salvare la vita agli ultraottantenni. Ma l’ultimo anno ha ben dimostrato che il “vaccino” non impedisce il contagio (peraltro bisogna ricordare che nemmeno la Pfizer e le altre aziende produttrici del “vaccino” hanno mai sostenuto la falsità che il vaccino impedisca il contagio, falsità sostenuta invece dal presidente del Consiglio – dimissionario – e dal presidente della Repubblica) di modo che risulta evidente che i giovani vengono indotti o costretti a correre rischi anche mortali senza benefici per loro e nemmeno per gli altri. Di fronte a tutto questo la stampa e le autorità si ostinano a negare a priori qualunque correlazione (usando peraltro il termine “correlazione” in modo non corretto) tra morti, effetti avversi gravi e vaccinazioni, piuttosto che promuovere ricerche statistiche e anatomo-patologiche serie sui nessi tra “vaccinazioni”, decessi e effetti avversi gravi. In mancanza di tali ricerche, se è lecito sospettare che le morti improvvise e gli effetti avversi siano dovuti al vaccino, e invitare alla prudenza, non è lecito sostenere l’assenza di correlazioni. Un’altra cosa significativa avvenuta nel corso dell’ultimo anno, è il moltiplicarsi di ricerche che rivelano che l’efficacia del “vaccino”, dopo circa quattro mesi dalla sua assunzione, diventa negativa. Significa che se nei primi quattro mesi dalla somministrazione del “vaccino” la probabilità di contrarre la Covid19 diminuisce (senza peraltro annullarsi affatto) dopo quattro mesi i “vaccinati” hanno più probabilità dei non “vaccinati” di ammalarsi di Covid19. Di modo che, per mantenere l’efficacia, peraltro modesta, del “vaccino” si dovrebbe fare una “vaccinazione” ogni quattro mesi, moltiplicando la probabilità di effetti avversi, anche gravi. Ma tutto questo sulla quasi totalità dei programmi televisivi e della stampa non si trova (pur con le lodevoli eccezioni del programma “Fuori dal coro” e del quotidiano “La Verità”).
6. La censura, il pensiero unico e l’infantilizzazione del pubblico.
La stampa, lungi da essere, come un tempo, un’agenzia di controllo del potere, ha assunto un ruolo ancillare nei confronti del potere politico e dei grandi poteri economico-finanziari ai quali il potere politico risponde. Di modo che la stampa e la televisione fanno passare solo le informazioni e le idee che a tali poteri fanno comodo. Non contenti di avere indotto la quasi totalità della stampa a una censura di fatto, i poteri dominanti hanno inventato tecniche per gettare il discredito sulle informazioni che riescono in qualche modo a diffondersi (prevalentemente sul web) pur se contraddicono le versioni ufficiali. Hanno inventato la figura dei controllori dei fatti (fact checkers): esisterebbero agenzie indipendenti da aziende come facebook o you tube (che fatturano decine di miliardi di dollari) che conoscerebbero tutto ciò che è vero e tutto ciò che è falso (come Dio) e che dunque possono stabilire quali notizie sono credibili e quali no. Se vuoi approfondire questo punto puoi andare all’indirizzo: https://cercareunfuturo.wordpress.com/2021/06/17/lepidemia-di-covid19-e-linfantilizzazione-del-mondo/
Questi controllori dei fatti e la stampa che va per la maggiore hanno sempre gettato il discredito su tutti quegli scienziati che hanno sostenuto tesi discordanti da quelle dei poteri politici, e degli altri poteri “forti”. Si vedano i casi del premio Nobel Luc Montagner (defunto nel febbraio scorso) di Didier Raoult e di Christian Perronne in Francia, e ed un lungo elenco di casi in Italia. Ricorderò solo il caso dell’organizzazione Ippocrate.org, e del prof. De Donno del quale è ricorso pochi giorni fa l’anniversario del suicidio (ammesso poi che di suicidio si sia trattato). Hanno tentato di gettare il discredito anche su tutti quegli scienziati che, come Montagner, hanno sostenuto che il virus è stato prodotto in qualche laboratorio segreto o semisegreto dedito alle tecniche di gain of function come quello di Wuhan. Tuttavia da quando, circa un anno fa, anche l’onnipotente Antony Fauci ha dichiarato che questa eventualità non si può escludere, non è più del tutto vietato parlarne nella stampa “mainstream”. A tutto questo si è aggiunta una campagna di odio senza precedenti nei confronti di chi si oppone alle politiche pandemiche e/o rifiuta di vaccinarsi: si è dato grande spazio mediatico a pseudoscienziati e a giornalisti che invitavano a trattare i “no vax” come sorci, a ridurli a “poltiglia verde” e ad altre amenità di questo tipo, riuscendo a spezzare in questo modo amicizie consolidate e perfino legami familiari.
7. I danni psicologici e socioculturali.
Le politiche pandemiche hanno creato anche (come prevedibile e previsto da me, ma penso da molti altri psicologi, nonostante la piaggeria e il servilismo dell’ordine degli psicologi) consistenti danni psicologici, dei quali è difficile valutare l’entità, perché i danni ai bambini si manifesteranno in seguito. I suicidi, e soprattutto i suicidi in età adolescenziale, sono aumentati; le richieste di aiuto psicologico e psichiatrico sono aumentate, come il consumo di psicofarmaci. L’imposizione dell’uso della mascherina a scuola anche ai bambini (che spessissimo fanno a scuola il tempo pieno), ha danneggiato (oltre che la respirazione) la percezione interpersonale, e soprattutto l’apprendimento del riconoscimento delle emozioni sul volto degli altri. Si è danneggiata la trasmissione culturale, danneggiando l’apprendimento scolastico con la cosiddetta Didattica A Distanza, e creando, quando le scuole si sono riaperte, un clima sempre più oppressivo. Si sono chiuse per lungo tempo le attività culturali (biblioteche, cinema, teatri e quant’altro) privando l’intera popolazione di stimoli importanti.
Questi i danni, e si potrebbe approfondire di molto l’elenco. I presunti vantaggi riguarderebbero quasi esclusivamente i maggiori di 70 anni. A me pare che una società che crea tutti questi danni, sacrificando il futuro, per regalare qualche anno in più di vita agli ultrasettantenni, sia profondamente malata. E poi quali sarebbero i vantaggi? Mentre si moltiplicano i primari che riconoscono che quasi tutti i ricoverati in terapia intensiva ora sono plurivaccinati, le argomentazioni che l’informazione mainstream diffonde, e che la maggioranza del pubblico si beve, sono tutte basate su condizionali controfattuali, che, come è noto, non sono né verificabili né falsificabili. Perdona se ho usato termini tecnici filosofici, ma ti spiego subito il concetto con un esempio di condizionale controfattuale: “Se Napoleone non fosse stato sconfitto, l’Europa si sarebbe unificata nel XIX secolo, non ci sarebbero state due guerre mondiali, e ora vivremmo tutti meglio”. E’ evidente che un’affermazione del genere non piò essere né confermata né smentita, e proprio per questo motivo è assolutamente antiscientifica. Ma vengono spacciate per scientifiche affermazioni del tipo: “se non si fosse obbligata di fatto a vaccinarsi la stragrande maggioranza della popolazione, il virus si sarebbe diffuso molto di più e ci sarebbero stati molto più morti”. Come puoi constatare questa affermazione ha la stessa forma di quella su Napoleone che ho preso ad esempio.
Mi pare di averti spiegato perché ritengo doveroso oppormi a tutta quella valanga che ti ho descritto che sta travolgendo politica, diritto, società, cultura e vita privata.
Ma, conoscendoti, penso che mi potresti fare un’altra domanda: “Hai 74 anni. Se sei nella media, ti restano meno di dieci anni da vivere. Perché passare gli ultimi tuoi anni angustiandoti nel tentare di lottare contro tutto questo, che comunque viene approvato dalla maggioranza, invece che goderti i tuoi ultimi anni in pace?” Tutto sta nello stabilire che cosa voglia dire “godersi la vita”, che presuppone avere un’idea del senso del vivere. Consumare passivamente beni o esperienze, tentando di aumentare il più possibile la quantità di tempo in cui il nostro corpo sopravvive, mi appare del tutto insensato. Credo da almeno 55 anni (anche se quando avevo 19 anni non sarei stato capace di esprimermi chiaramente) che il senso del vivere stia nel fare parte di quell’infinito gioco di relazioni, che connettono noi stessi con le generazioni presenti, passate e con quelle future, e tutte queste con gli altri viventi e la natura tutta, e la natura tutta con l’universo (tutto questo si potrebbe semplicemente chiamare Dio, se si volesse usare un linguaggio religioso). E non stia solo nel farne parte, ma nel contribuire a questo gioco facendo la propria parte, fornendo un contributo che aiuti a diminuire la sofferenza e ad aiutare ad aumentare la giustizia e la felicità nel futuro.
Esattamente il contrario di quel che sostengono i transumanisti del “Great Reset”: un mondo di monadi isolate, dedite solitariamente al consumo, connesse artificialmente attraverso protesi tecnologiche; un mondo insensato. Come vedi, sto tentando di godermi la vita fino in fondo, anche se ciò comporta fatica, e anche dolore. Ciao.