Il Sindacato Fisi si schiera a difesa della propria referente sindacale Anita Mariani, che sta lottando per i diritti umani, costituzionali e lavorativi di noi tutti.

Lo scorso 13 Giugno Anita Mariani è stata sospesa per la terza volta dalla ditta Cucinelli di Solomeo, in Umbria, perché rifiuta con pieno diritto di indossare la mascherina.

Ricordiamo che questa imposizione del datore di lavoro fa seguito a semplici Protocolli sottoscritti il 4 Maggio 2022 tra Confindustria, Sindacati confederali, e Ministero del Lavoro, Protocolli che non hanno forza di legge, ma che costituiscono un semplice accordo tra parti sociali.

Tale accordo non può prevaricare il diritto dei lavoratori alla sovranità sul proprio corpo, particolarmente in assenza di stato di emergenza.

Non esiste alcun articolo di legge che imponga la mascherina chirurgica come obbligatoria, in quanto dopo la fine dello Stato di Emergenza in data 30 Aprile 2022 tali mascherine costituiscono per legge un dispositivo medico, non un DPI (Dispositivo di Protezione Individuale).

D’altra parte, se si volesse rendere obbligatorie le mascherine FFP2 come DPI bisognerebbe dimostrare che l’eventuale beneficio è superiore al rischio biologico, cosa che non risulta affatto dimostrata.

Comprendiamo anche le difficoltà dei datori di lavoro, causate da una scelta infausta portata avanti durante il secondo Governo Conte.

Fu allora che, con due Circolari, tra Marzo e Aprile 2020, l’INPS scaricò i costi della malattia da Covid sull’INAIL, trattando questa forma influenzale come “infortunio sul lavoro.”

Da ciò deriva una pressione indebita verso i datori di lavoro, ritenuti corresponsabili di eventuali contagi.

Questa follia antiscientifica e ricattatoria spinge i datori di lavoro a scaricare sui lavoratori ciò che è stato scaricato su di loro, dal governo e dall’INPS.

Noi diciamo NO.

Se una piccola grande donna come Anita Mariani può ribellarsi, siamo certi che anche uomini influenti come il signor Cucinelli possano farlo, che i datori di lavoro possano rifiutare di rovesciare sui lavoratori le logiche ricattatorie del governo.
In caso contrario andremo incontro ha un orrore giuridico: come e peggio di due secoli or sono, al principio dell’era industriale, i proprietari della fabbrica diverrebbero legislatori sui corpi di chi lavora, diverrebbero proprietari di fatto anche dei lavoratori.

Ci stringiamo al fianco della nostra delegata sindacale e del nostro Davide Tutino, al terzo giorno di sciopero della fame per chiedere al signor Cucinelli e alla sua ditta di audire l’avvocato di Anita Mariani, richiesta fin qui respinta.
Alleghiamo qui di seguito la Lettera Aperta di Davide Tutino

SECONDA LETTERA APERTA A BRUNELLO CUCINELLI

Gentilissimo signor Cucinelli,

nella sua fabbrica sta accadendo qualcosa di pericoloso per i lavoratori, per i cittadini, e per l’Uomo. Nella sua fabbrica si impongono ai lavoratori dispositivi sanitari, pretendendo di legiferare sul loro corpo, come se il padrone dell’industria fosse padrone del corpo dei lavoratori.

E’ questo il nuovo umanesimo?

E’ questo il capitalismo illuminato di cui lei ci ha parlato?

Vogliamo un gregge di lavoratori di proprietà del padrone?

Nella sua fabbrica, signor Cucinelli, una giovane donna ha rifiutato di cedere il proprio corpo a questo abuso, presentandosi senza mascherina.

Questa giovane donna è una sindacalista del FISI, e il suo nome è il nome di noi tutti, Anita Mariani.

Anita Mariani è stata sospesa per tre volte, e la prossima settimana tornerà di fronte alla vostra commissione disciplinare, che ha rifiutato di ascoltare il suo di ogni cittadino, di ogni uomo.